Teatro degli Scheletri e Pachidermi

L’anfiteatro degli scheletri

Ciascuno di noi ha i suoi scheletri negli armadi, ma è innegabile che il Museo di Storia Naturale ne ha molti di più.
Una parte di questi sono esposti in questa sala modellata ad anfiteatro, dove le parti si invertono, e sembra che gli scheletri siano gli spettatori, attenti ad ammirare noi, visitatori che passiamo.
Scheletri leggeri e chiassosi, come pappagalli e pipistrelli della frutta, nel loggione. Pesi massimi come il toro, insoliti come il canguro, esotici come un varano o, inaspettatamente consueti, come le passere di mare il cui scheletro a volte ci ritroviamo nel piatto. E persino lui, non certo al centro della scena: il nostro scheletro di Homo sapiens.
Ma perché tanti scheletri? Perché, prima dell’avvento della genetica, lo studio delle somiglianze e delle differenze scheletriche venne ampiamente usato per risalire all’evoluzione e alla classificazione degli animali vertebrati (pesci, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi: gli animali dotati di uno scheletro interno).
Inoltre, ancora oggi, per uno studente o un ricercatore di anatomia, fisiologia, veterinaria o paleontologia: nessun libro, calco o ipertesto virtuale, potrà mai sostituire il poter esaminare e confrontare dal vero la meravigliosa e variegata struttura interna di noi esseri viventi. Una struttura meccanica complessa e articolata, così ammirevole quasi da rappresentare, come il teatro, un’arte.

La sala dei pachidermi, i giganti della terra

Nella Sala dei Giganti della Terra si possono osservare degli scheletri di animali che non esistono. Eppure sono veri ed originali. Com’è possibile?
Nel 1796, il grande naturalista Georges Cuvier descrive per la prima volta i “Pachidermi”, parola da lui creata per descrivere un ordine di grandi mammiferi dalla pelle molto spessa (Pachydermata, dal Greco pachys, grosso e derma, pelle) in cui riuniva elefanti, rinoceronti, cavalli, maiali, tapiri ed ippopotami.
I successivi studi scientifici, soprattutto quelli che utilizzano il DNA (vedi Sala Origini della Vita) hanno mano a mano sfrondato questo ordine, eliminando prima i suini, poi gli equini e via via sino a dimostrare che… i pachidermi non esistono, ovvero le sole caratteristiche della pelle non costituiscono nessun grado di parentela fra animali così diversi.
Ma, nel frattempo, la parola è entrata nell’uso comune, e ancora oggi con questo termine aggettiviamo i più grossi tra gli animali classificati come “pachidermi” da Cuvier: gli elefanti, i rinoceronti e gli ippopotami.
Nella sala a loro dedicata si possono ammirare gli scheletri di questi imponenti giganti terrestri. Anche di quelli che, prima della venuta dell’uomo, popolavano l’Italia e la stessa zona di Trieste.
Sopratutto, possiamo imparare a conoscere le attuali minacce che noi umani striamo portando all’attuale sopravvivenza di questi Giganti della Terra.

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