È di quest’anno la scoperta, effettuata dall’ornitologo triestino Enrico Benussi, che Trieste è l’unica città del nordest e la più settentrionale in Adriatico dove nidifica il rondone pallido (presente sino a novembre inoltrato).
Sono quindi 3 le specie di rondoni che abitano nel triestino: il comune, il maggiore ed il pallido (e a questi vanno aggiunti balestrucci e rondini comuni).Queste straordinarie frecce dei cieli non se la passano però molto bene: cacciatori in Africa (dove svernano), pesticidi sugli insetti di cui si nutrono e carenza di fori dove nidificare nei nuovi e ben isolati edifici li stanno mettendo nei guai. Ed è un problema, visto il contributo che danno a mantenere i cieli sgombri da mosche e zanzare, nonché a rallegrarli con le loro acrobatiche grida.
Per questo, l’Associazione LIBERI DI VOLARE, con il contributo della Provincia di Trieste ed il fondamentale apporto del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, ha iniziato una campagna per la posa di nidi artificiali per rondoni.
Il primo edificio a dare la disponibilità e l’esempio, non poteva essere altro che il Museo Civico di Storia Naturale che ora, sotto il tetto della sua nuova sede di Via dei Tominz, ospita ben 5 nidi artificiali per rondoni nuovi di zecca, che (acquistati dalla Provincia e posati con l’autoscala dai Vigili del Fuoco, sotto l’occhio attento dell’ornitologo Benussi) attendono ad aprile i primi inquilini (foto allegate di “Liberi di Volare”).
Un esempio di bella collaborazione tra Comune, Provincia, Vigili del Fuoco e una costruttiva Associazione di Volontariato. Nel segno del rondone.
COMTS