Ciò che oggi è un moderno Museo contemporaneo, lo si comprende bene leggendo la bella e completa definizione data dall’ICOM (Concilio Internazionale dei Musei):
“Un Museo è un istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, aperta al pubblico, che acquisisce, conserva, studia, comunica ed espone le testimonianze materiali ed immateriali dell’uomo e del suo ambiente, per scopi di educazione, ricerca e diletto.”
La Storia
Nel 1846 per volontà e a spese di privati cittadini sorge a Trieste una Società per lo studio della Storia Naturale, con particolare interesse per la fauna del mare Adriatico, e il 17 agosto dello stesso anno, con la prima adunanza dei soci fondatori, viene istituito il Museo Zoologico denominato “Gabinetto Zoologico Zootomico”.
Qualche anno più tardi, e più precisamente, il 9 febbraio del 1852, l’Istituto, con tutti i suoi reperti e collezioni, passa al Comune di Trieste, che lo annovera nei Civici stabilimenti, garantendone continuità e sopravvivenza. In quegl’anni, le sedi del Museo si alternano, viste le difficoltà di esposizione e deposito per le continue donazioni di privati che fanno aumentare non poco le collezioni ed i reperti di questo Istituto. Il Comune decide così di determinare la spesa per l’innalzamento di un piano della Biblioteca Civica, situato in Piazza Lipsia 1015 (oggi piazza Hortis, 4) per poter sistemare in modo definitivo il Civico Museo.
Nel 1855 il Consiglio Comunale chiede all’arciduca Ferdinando Massimiliano di accogliere sotto l’alto suo protettorato questa Istituzione, ed il 6 novembre dello stesso anno l’Arciduca concede al Comune di chiamare il Civico Museo Zoologico “Civico Museo Ferdinando Massimiliano”.
Nella nuova sede il Museo ebbe la possibilità di sistemare in modo adeguato le collezioni che via via si arricchivano, per le numerose donazioni, per i frutti di particolari spedizioni, come quello della fregata “Novara” intorno al mondo, e per la collaborazione con il Gabinetto dell’I.R. Accademia di Commercio e Nautica, che fece pervenire molti reperti. Il Museo pertanto, pur conservando un indirizzo zoologico, si arricchisce anche di reperti floristici, geologici e paleontologici e di una Biblioteca specializzata con opere in molte lingue.
A maggio del 2008 la sede storica in piazza Hortis 4, che ha ospitato questo importante Museo Civico per più di 150 anni, viene chiusa, per essere trasferita in via dei Tominz, 4, e nel 2010 la nuova sede del Museo Civico di Storia Naturale di Trieste viene inaugurata.
Nella storia del Museo i Direttori che si sono succeduti alla guida di questa importante Istituzione sono stati: (la data riportata sotto indica il periodo di dirigenza del Museo)
Direttori del museo
Heinrich Koch
1846-1852
Nato a Zurigo nel 1815, venuto a Trieste nel 1845 vi rimase fino al 1860. Nel 1846 gli venne affidata la direzione scientifica di quel Gabinetto zoologico – zootomico, di cui è fondatore, assieme ad altri illustri studiosi e che costituirà il primo nucleo del Museo di Storia Naturale.
Quando, nel 1852 il Gabinetto privato viene ceduto alla città di Trieste, per l’isitutzione di un Museo Civico, Koch viene nominato Direttore Onorario e va a far parte, con tale titolo, del cosiddetto “Curatorio” che in termini moderni sarebbe stato il Comitato promotore dell’istituto, divenuto poi e tutt’ora esistente, l’organo consultivo per affiancare l’opera del Direttore.
Heinrich Freyer
1852-1864
Nato nel 1802 a Idria, fu nominato conservatore nello stesso anno che il Museo divenne Civico; Heinrich Freyer era farmacista ed era stato già custode del Museo di Storia Naturale, industria ed archeologia di Lubiana.
Egli si occupò di sistemare le collezioni che via via si arricchivano di numerose donazioni, in particolare sistemò le conchiglie e determinò i pesci. Intraprese anche escursioni di studio nei dintorni di Trieste e nella Carniola, e frutto di queste ricerche pubblicò la sua più famosa opera sulla Fauna dei vertebrati della Carniola.
Nel 1864 dovette lasciare il posto per motivi di salute e fu sostituito dal Saig. Enrico Filippo Trois di Venezia, che in seguito diventerà conservatore. Nel frattempo e precisamentenel 1865, venne nominato direttore onorario del Museo Alberto Perugina, che sostituisce nel Curatorio Enrico Koch. Heinrich Freyer morì a Lubiana nel 1866
Adamo Simeone de Syrski
1866-1876
Nato nel 1829 a Lubno in Galizia, si laurea a Vienna alla facoltà di medicina nel 1864 , e mentre stava elaborando degli studi sull’evoluzione che avrebbero dovuto assicurargli la cattedra di anatomia comparata all’Università di Cracovia, nel 1866 gli viene offerta la direzione del Museo di Storia Naturale “Ferdinando Massimiliano” di Trieste.
Nel 1868 partecipa ad una spedizione in Africa, Cina e Giappone con finalità scientifiche-commerciali, ed al suo rientro, pubblica interessanti resoconti sul viaggio. A Trieste, Syrski, si occupa soprattutto di pesci ossei, ed in particolare degli organi riproduttivi dell’anguilla,m confermando la bisessualità che non era ancora nota per la specie.
Nel 1872 ebbe l’incarico di allestire a Vienna una Mostra Universale sui prodotti del Mar Adriatico, nell’occasione portò una grande quantità di preparati, sia a secco che in alcool, e fece costruire un grande acquario, alimentato da acqua marina e ospitante specie vive.
Nel 1874, sotto gli auspici del Museo di Storia Naturale, compartecipa, con stimoli ed impegno, alla fondazione della Società Adriatica di Scienze Naturali che pubblica subito il Bollettino con la relazione del Syrski sugli organi riproduttivi dei pesci e delle anguille in particolare.
Il dr. Adamo Syrski rimase in carica fino al 1876, quando lasciò il posto per quello di Professore di zoologia all’Università di Leopoli, dove morì nel 1882 a soli 53 anni.
Carlo de Marchesetti
1876-1921
Nato a Trieste il 17 gennaio 1850, nel 1869 si iscrisse alla facoltà di Medicina a Vienna pur continuando a coltivare la sua inclinazione per lo studio della botanica. Dopo il suo rientro a Trieste nel 1874 pratica per alcuni anni la professione di medico, ma rimane in lui lo spirito del naturalista e nei suoi viaggi e nelle sue escursioni appunta osservazioni supportate da raccolte che gli consentono di pubblicare molti lavori sul Bollettino della Società Adriatica di Scienze Naturali. Nel 1876, quando Syrski lasciò il Museo, de Marchesetti fu nominato Direttore nonostante fosse il più giovane dei candidati, iniziò subito al riordino delle collezioni non abbandonando però i propri studi scientifici, in particolare si dedicò alla botanica ed alla fitogeografia, scoprendo e descrivendo nuove specie per la scienza come la Moehringhia tommasinii. Nel 1880 intraprese un viaggio in Cina con lo scopo di raccogliere materiali per accrescere il patrimonio scientifico del Museo, ma a causa di una insolazione fu ricoverato a Singapore e dopo una lunga degenza fu costretto a rimpatriare.
Contemporaneamente alla botanica, de Marchesetti, aveva un grande interesse per la Paleontologia ed i suoi studi lo portarono a moltissime scoperte, sono famose le sue ricerche ed i suoi scavi a S. Lucia di Tolmino, dove scoprì una necropoli con ben 210 tombe, i reperti trovati nella grotta di Gabrovizza denominata poi “Grotta dell’Orso”, e proprio qui furono trovate ossa di molti mammiferi del quaternario ed oggetti che confermavano la presenza dell’uomo del paleolitico. Nel 1896 pubblica “Flora di Trieste e dei suoi dintorni” opera fondamentale per lo studi botanici regionali, e nel 1903 illustrava i Castellieri preistorici di Trieste e della Venezia Giulia.
Nel 1921 avendo superato l’età prevista dai regolamenti comunali (a tutt’oggi fu il Direttore che rimase in carica più a lungo), fu nominato Direttore onorario e Prefetto del Civico Orto Botanico, che era stato annesso al Museo nel 1903 sotto la sua direzione; nello stesso anno depose la carica di Presidente della Società Adriatica di Scienze Naturali che gli era stata conferiti nel 1901. Morì nel 1926 lasciando incompiuta la sua opera “La flora della Provincia delle Alpi Giulie” che si era impegnato di condurre a termine.
Durante la Direzione di Carlo de Marchesetti il Museo ebbe come conservatore il Sig. Antonio Valle che arricchì le collezioni marine, da ricordare la raccolta di Capepodi, parassiti dei pesci marini, da lui determinata.
Mario Stenta
1921-1928
Nato a Trieste nel 1876 fin da bambino dimostrò molto interesse per gli studi in generale. si iscrisse alla facoltà di medicina a Graz, nel 1895, seguendo il corso anche di scienze naturali e l’anno dopo, all’Università di Jena quello di botanica, i laureò nel 1901 presso l’Università di Vienna.
Negl’anni successivi ebbe alcuni incarichi tra Vienna, Trieste e Padova, e nel 1921 fu nominato Direttore del Museo Civico di Storia Naturale di Trieste. Si occupò subito del riordino delle collezioni del Museo, ed in particolare di quella dei Selaci (Squali e Razze) adriatici, e quella degli Uccelli, allestendo una nuova sala ornitologica. Coadiuvato dal Prof. Müller, suo collaboratore dall 1921, iniziò la raccolta del materiale entomologico per allestire una nuova sala aperta al pubblico. Effettuò e riordinò la schedatura per uso interno della Biblioteca, incrementò le collezioni dei fossili del Friuli Venezia Giulia e nei suoi ultimi lavori fu quella di allestire una sala di mammiferi fossili della Regione raccolti soprattutto nelle argille diluviali delle caverne e nelle brecce ossifere del Carso con reperti quali l’Ursus spelaeus, Felix spelaeus, Bos primigenius e Elephas primigenius.
La sua attività, di scienziato e scrittore fu purtroppo stroncata all’improvviso da una morte prematura nel settembre del 1928.
Giuseppe Müller
1928-1945
Nato nel 1880 a Zara sotto l’impero Austro-Ungarico si iscrisse, nel 1898, all’Università di Graz laureandosi in Filosofia nel 1902, il suo interesse per lo studio delle materie naturalistiche, gli valse una pubblicazione, ancora studente, per una sua interessante ricerca sulle radici di un orchidea sugli’Atti dell’Accademia di Vienna.
Dopo la Laurea si stabilì a Trieste, iscritto alla Società Adriatica di Scienze fondò subito la sezione di entomologia dando un notevole impulso allo studio dei Coleotteri del Friuli Venezia Giulia, Istria e Dalmazia. Nel 1914, allo scoppio della prima guerra Mondiale fu chiamato alle armi nell’esercito austriaco, fu assegnato ad una stazione antimalarica e poi fu trasferito a Vienna al Laboratorio batteriologico dell’esercito. Frutto di quel periodo furono una serie di ricerche sul Pidocchio dei vestiti (Pediculus humanus corporis L.), vettore del tifo petecchiale, che allora mieteva numerose vittime nell’esercito.
Quando finì la guerra, ritornò a Trieste e nel 1921 fu assunto dal Comune come Conservatore presso il Museo Civico di Storia Naturale dove cominciò a mettere le basi per una sezione di entomologia ampliando così il campo di ricerca dell’Istituto.
Nel 1928 fu nominato Direttore del Museo e dell’annesso Orto Botanico, riorganizzò le sale espositive, incrementò la biblioteca scientifica soprattutto con lo scambio degli Atti del Museo con periodici di istituti italiani e stranieri, e negli anni, molti studiosi trovarono in lui e nei suoi collaboratori, Carlo Lona ed Edoardo Gridelli, degli infaticabili ed entusiasti studiosi.
Nel 1932 progettò il Civico Acquari Marino, che fu inaugurato nell’ottobre del 1933, dimostrando capacità, non solo scientifiche ma anche organizzative e tecniche risolvendo non pochi problemi legati all’adattamento degli impianti all’edificio.
Nel 1934-35, fu incaricato di organizzare una spedizione in Eritrea per la cattura di serpenti velenosi e nell’occasione raccolse innumerevoli specie di coleotteri esotici che incrementarono la collezione del Museo.
Giuseppe Müller lascio la direzione del Museo per raggiunto limite di età nel 1945, proseguendo tuttavia gli studi e le ricerche perché ricevette l’incarico di dirigere il Centro Sperimentale Agrario e Forestale di Trieste, morì a Trieste il 24 settembre 1964 donando al Museo la sua collezione entomologica e la sua ricca biblioteca.
Edoardo Gridelli
1945-1957
Nato a Trieste nel 1895, da famiglia povera, riuscì con molti sacrifici a studiare, si iscrisse all’Università di Graz, ma a causa della I Guerra Mondiale si laureò in Scienze Naturali nel 1919 a Padova, qui rimase per alcuni anni come assistente nell’Istituto di Zoologia. Nel 1920 vinse il concorso per conservatore al Museo di Storia Naturale “Giacomo Doria” di Genova incominciando a studiare le ricche raccolte entomologiche dell’Istituto e nel 1923 diventa Delegato fitopatologico dell’Osservatorio delle malattie delle piante di Genova. La stessa carica gli fu assegnata anche dall’Osservatorio di Trieste quando, nel 1928, diventa conservatore del Museo Civico di Storia Naturale di Trieste, importanti furono i suoi studi sui Tenebrionidi e sui pesci di acqua dolce del Friuli Venezia Giulia, che gli valsero il premio Marchesetti conferitogli dalla Società Adritica di Scienze Naturali.
Dal 1945 in poi, oltre ad essere il Direttore del Museo, insegna all’Università di Trieste Mineralogia e Geologia nella facoltà di Ingegneria, Fisiologia generale e Zoologia alla facoltà di Farmacia e nel 1951 conseguì la libera docenza in Entomologia e Zoologia. Importanti furono le sue ricerche zoogeografiche, ed in particolare quelle dedicate alla distribuzione delle specie transadriatiche e transoniche, egli dimostrò l’esistenza di un ponte transadriatico pleistocenico attraverso il quale molte specie migrarono dall’Italia meridionale alle coste delle Dalmazia e viceversa.
In seguito ad un attacco cardiaco che lo colpì nel 1956 le sue condizioni di salute si aggravarono, ma il suo spirito di studioso e ricercatore instancabile, non lo fermarono fino a quando nel marzo del 1958 un ulteriore peggioramento non pose fine alle sue sofferenze.
Renato Mezzena
1960-1987
Nato a Trento nel 1922, frequentò l’Università di Padova laureandosi nel 1948 in Scienze Naturali e per alcuni anni insegnò in alcune scuole triestine, nel 1955 vinse il concorso per conservatore al Museo Civico di Storia Naturale di Trieste e nel 1960, dopo la morte del Prof. Edorado Gridelli, vinse il concorso che lo insediò come nuovo Direttore del Museo. Iniziò subito con il lavoro di riordino delle collezioni che portò nel 1965 alla chiusura del Museo per indispensabili lavori di ristrutturazione delle sale espositive. Nel 1968 fu riaperto con collezioni completamente rinnovate nel criterio espositivo come quelle dei coralli e quelle dei pesci divise per collezione generale, collezione Adriatica ed una relativa a specie delle acque interne. Inoltre fu preparata una nuova sala dedicata all’uomo e alla preistoria.
Nel riordino del Museo una grande importanza fu data alla biblioteca scientifica con la schedatura per autore e soggetto di oltre 56.000 volumi tra monografie e miscellanee, va aggiunto la pubblicazione nel 1973 del catalogo “I periodici del Museo Civico di Storia Naturale di Trieste” a cura di Archimede Crozzoli.
Nel grande lavoro di riordino delle collezioni va sottolineato la disinfestazione e la sistemazione in vani adibiti a depositi delle collezioni da studio, del recupero di erbari storici come quello di Biasoletto, Tommasini e Pospichal, e all’incremento con l’erbario Zirnich ricco di oltre 6300 esemplari raccolti in stazioni inedite per la Regione Friuli Venezia Giulia e l’erbario Sablich.
Molteplici sono stati i lavori di ristrutturazione degli Istituti dipendenti dal Museo; in Aquario sono state rifatte tutte le vasche incrementandole di ulteriori 15, alla vasca centrale sono state installate delle luci subacquee ed infine sono stati rinnovati, il sistema d’illuminazione con lampade a luce solare, gli impianti di alimentazione, areazione e riscaldamento delle vasche, ed al Civico Orto Botanico sono state rifatte tutte le aiuole le serre ed i vialetti.
Nel 1968 fu affidato al Museo di Storia Naturale di Trieste, sotto la direzione di Renato Mezzena anche il Civico Museo del Mare che da Istituto privato è diventato Civico, e nel 1971, dopo la ristrutturazione furono inaugurati al pubblico i primi due piani dell’attuale sede di via Campo Marzio 5.
A Mezzena va riconosciuta l’importante attività di divulgazione scientifica con lezioni organizzate per le scuole e numerose conferenze e proiezioni tenute nella sala conferenze del Museo in collaborazione con l’Associazione micologica Bresadola gruppo di Trieste e Pro Natura Carsica in tema di protezione dell’ambiente. In collaborazione con l’Università venne fatta una proposta per l’istituzione di sette riserve carsiche approvate come legge Belci sul Parco del Carso dal Parlamento nel 1971.
Nel 1987 lasciò la carica di Direttore dei Musei Scientifici e il 7 febbraio 2010 si è spento all’età di 90 anni.