Paolo Paronuzzi, Alberto Bolla
Università degli Studi di Udine
Dipartimento Politecnico di Ingegneria e Architettura
Mercoledì 25 ottobre, alle ore 17, si terrà nella sala conferenze del Museo Civico di Storia Naturale di Trieste (Via dei Tominz, 4) la conferenza di Paolo Paronuzzi e Alberto Bolla (Università degli Studi di Udine) dal titolo “A 60 anni dalla catastrofica frana del Vajont: una lezione sempre attuale”. Questo mese ricorre infatti il 60 anniversario della grande tragedia causata dalla frana del Vajont: il 9 ottobre 1963, alle ore 22.39, 270 milioni di metri cubi di rocce e detriti scivolarono nell’invaso del Vajont, poco a monte della grande diga, provocando tre enormi ondate che piombarono nel Piave causando la morte di circa 2000 persone e la scomparsa quasi totale di Longarone. Fu un dramma per l’intera Italia ma altrettanto tristi furono le vicende tecniche e processuali che seguirono.
La tragedia del Vajont rimase per molti anni avvolta nel silenzio, silenzio al quale si adeguarono molti ingegneri e geologi, finché Marco Paolini sollevò la lastra di copertura del “sepolcro” che era stato costruito con la sua celebre orazione televisiva trasmessa in diretta su Rai 2 il 9 ottobre 1997. A partire dal 1999 un team di ricercatori dell’università di Udine ha avviato lo studio geologico e geomeccanico della catastrofica frana per comprendere le cause del disastroso franamento, ripercorrendo le errate valutazione dei tecnici ed i colpevoli silenzi che seguirono e che precedettero i vari dibattimenti giudiziari. Una storia tecnico-scientifica complicata, con intrecci familiari e ripercussioni politiche, che i due studiosi ripercorreranno nelle tappe fondamentali per non fermarsi alla mera commemorazione e rendere quella tragedia una lezione ed un ammonimento di grande validità per gestire correttamente le grandi opere in un futuro prossimo interessato da incalzanti problematiche ambientali.