Dopo il successo degli anni precedenti, torna a Trieste, dal 23 novembre al 1 dicembre 2019, il PalæoMovies Film Fest. Giunta alla V edizione, la rassegna mira a far conoscere al pubblico, attraverso il cinema documentario, le ricerche e le scoperte più recenti sulla preistoria dell’uomo. Un viaggio a ritroso nel tempo tra culture vicine e lontane per scoprire comportamenti, tradizioni e costumi dei nostri antenati. Promosso dal Comune di Trieste, Servizio Musei e Biblioteche, Civico Museo di Storia Naturale, assieme alla Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con la Società per la Preistoria e la Protostoria del FVG – Onlus, il Film Fest è curato dall’archeologo della Soprintendenza Roberto Micheli con la collaborazione della conservatrice del Museo Deborah Arbulla.
PalaeoMovies Film Fest 2019
Cinema documentario sulla preistoria dell’uomo
V edizione
Civico Museo di Storia Naturale di Trieste
ingresso gratuito sino ad esaurimento posti
Sabato 23 novembre
ore 19.00
Presentazione e commento al film del prof. Raffaele Sardella, Università “La Sapienza” di Roma
Grotta Romanelli oggi. Una finestra sul passato, uno sguardo nel futuro
di Raffaele Sardella
Italia, 2019, 15′
Produzione: Università “La Sapienza” di Roma
Grotta Roman2323elli rappresenta uno dei siti di riferimento per lo studio della preistoria italiana. La grotta è situata nei pressi della cittadina di Castro, nell’estremo sud della Puglia. Scoperta alla fine dell’Ottocento, è stata oggetto di numerose campagne di scavo nel corso del secolo scorso che hanno costituito un riferimento anche metodologico per gli studiosi di preistoria. Dopo la conclusione delle ricerche nel 1972, la grotta resterà chiusa fino al 2015 quando un team coordinato da Raffaele Sardella darà avvio ad una nuova fase di ricerche, tuttora in corso. Grotta Romanelli presenta aspetti di estremo interesse per archeologi preistorici, esperti di arte rupestre e mobiliare, paleontologi, geologi, paleoclimatologi. Un sito di riferimento per gli studiosi di tutto il mondo che presenta ancora misteri che le nuove ricerche auspicano di poter svelare e che il filmato si propone di presentare.
La fragilità del segno
di Vincenzo Capalbo, Marilena Bertozzi
Italia, 2017, 22′
Produzione: Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria
Fragile come la carta, ma anche fragile come la roccia. La fragilità, con le sue molteplici valenze, è la prospettiva da cui si è scelto di raccontare l’archivio fotografico dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, in cui sono conservate testimonianze della più antica umanità che rischia di scomparire per sempre. Menzione speciale Archeo alla Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico 2018 di Rovereto e premio Golden Prize al Festival of Audiovisual International Multimedia Patrimony 2018 dell’AVICOM, nella categoria Creative Exhibitions Installations.
Segni dalla Preistoria. Arte rupestre italiana dall’Archivio IIPP
di Vincenzo Capalbo e Marilena Bertozzi
Italia, 2019, 12′
Produzione: Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria
Nel trentennale della scomparsa di Paolo Graziosi, fondatore e presidente dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, questa importante istituzione punta l’obiettivo sul proprio fondatore e sul suo più significativo ambito di studi: l’arte preistorica italiana. Un patrimonio straordinario di immagini spesso in grotte non visitabili: dalle incisioni del Paleolitico di Papasidero (Calabria) e Levanzo (Sicilia), attraverso le pitture neolitiche di Porto Badisco (Puglia), fino alle incisioni della tarda Preistoria in Valcamonica (Lombardia).
ore 20.00
Commento al film del prof. Giorgio Manzi, Università “La Sapienza” di Roma
A la rencontre de Néandertal / Incontrando i Neanderthal
di Rob Hope, Pascal Cuissot
Francia, 2019, 52′
Francese, versione Italiano
Produzione: Fred Highelmann Films
Molto prima dell’arrivo dell’Homo sapiens, i Neanderthal si aggiravano per le vaste pianure dell’Europa dove vissero per oltre 200.000 anni. Molte scoperte recenti in Francia, Belgio, Olanda, Germania e nell’isola di Jersey permettono oggi agli archeologi di comprendere lo stile di vita di questi primi Europei e il loro stretto legame con l’ambiente.
Ao, le dernier Néandertal / AO: l’ultimo dei Neanderthal
di Jacques Malaterre
Francia, 2010, 84′
Produzione: France 2 Cinéma
Gli uomini di Neanderthal per 300 mila anni hanno regnato sovrani sul pianeta Terra, ma la loro stirpe si è quasi estinta, tranne un solo discendente, Ao. Sterminato il suo clan dai rivali Homo sapiens, Ao inizia a vagare, spinto dalla visione ricorrente del fratello Oa e deciso a ritornare nel suo vecchio clan paterno. Viene però catturato da una tribù ostile di Homo sapiens e lì conosce Aki, una donna sapiens prigioniera. I due riescono a fuggire e col tempo, dopo l’iniziale diffidenza e sospetto della donna verso il “diverso” uomo, Ao ed Aki iniziano a conoscersi e capirsi. Alla fine Ao scopre di essere rimasto l’ultimo dei Neanderthal, ma gli rimane la sua compagna Aki, con la figliola e un nuovo figlio in arrivo, frutto del loro amore.
Domenica 24 novembre
ore 10.30
Homo sapiens: come siamo arrivati fin qui
Conferenza del prof. Giorgio Manzi
Università “La Sapienza” di Roma
Tentare di comprendere la storia umana prima della Storia (quella scritta) è una delle sfide più affascinanti della conoscenza scientifica. Nel tempo profondo ritroviamo anche il nostro posto nella natura ed è da lì che possiamo disegnare la genesi delle diversità fra gli esseri umani. E’ uno studio che parte da ossa fossili, manufatti, siti preistorici e dati di biologia molecolare, portandoci a ricostruire le vicende di quel gruppo di scimmie bipedi che in Africa, milioni di anni fa, intrapresero il percorso evolutivo che ha poi dato origine alla nostra specie: la specie destinata a “rimanere sola” e ad affermare il proprio dominio sull’intero pianeta.
ore 17.00
Les Peuples de l’Anneau / Le genti dell’anello
di Marie-Anne Sorba, Jean-Marc Cazenave
Francia, 2011, 55′
Francese, sottotitoli Italiano
Produzione: EKLA Production & Pôle TV Bretagne
Distribuzione: Fred Hilgemann Films
Settemila anni fa, nella penisola di Bretagna, gli uomini del Neolitico produssero migliaia di anelli di pietra verde. Alcuni di questi oggetti erano fatti di giada, una roccia estremamente rara nell’Europa occidentale. Gli stessi anelli sono stati rinvenuti nelle tombe degli individui di più alto rango rappresentanti della civiltà megalitica del V millennio a.C. Quale era il significato di questi preziosi anelloni per la gente che li indossava come bracciali? Per comprendere il significato simbolico degli anelloni preistorici, l’archeologo Yvan Pallier intraprende un viaggio che dall’antica Britannia lo porterà nell’Africa contemporanea per esplorare tutti i possibili significati di questo oggetto di valore. Premio miglior immagine etnografica al festival The Archaeology Channel – TAC International Film & Video Festival 2014 (USA).
Origins of music / Origini della musica
di Daniel B. Arvizu, Andrea Spalletti
Spagna, 2016, 83′
Inglese, sottotitoli Italiano
Produzione: Daniel B. Arvizu, Shenny A. Madrigal, Andrea Spalletti
Origini della musica è un viaggio visuale guidato da quattro dei più prestigiosi esperti del settore nell’evoluzione della musicalità umana. Il film esamina l’influenza dei tratti musicali e della musica nel forgiare la nostra specie, oltre alla loro funzione nelle società presenti e passati e alla loro correlazione con gli altri animali. Attraverso una grande varietà di manifestazioni musicali, sia umane che non umane, scopriremo che la musica è il risultato di diverse capacità che gli umani hanno saputo fondere in un modo unico.
Mercoledì 27 novembre
ore 17.00
I falsi della Grotta del Pettirosso: un caso risolto
Conferenza del prof. Paolo Paronuzzi, Università di Udine
La conferenza ripercorrerà la complessa storia di questi manufatti falsi su osso, dalla loro scoperta alla loro strana “scomparsa”, facendo rivivere le intense “battaglie” che si svolsero tra gli archeologi di fine Ottocento, quando furono avviate le prime ricerche archeologiche nelle grotte preistoriche del Carso. Come tale, essa rappresenta una sorta di “anticipazione” dell’esposizione dedicata alle ricerche di Moser nelle grotte preistoriche, esposizione che si inaugurerà nel prossimo mese di dicembre presso il Civico Museo di Storia Naturale di Triest
A seguire presentazione del video-documentario
Ludwig Karl Moser: la storia ritrovata
di Sergio Sergas
Italia, 2019, 12’
Il video narra la storia di Ludwig Karl Moser, professore di scienze naturali al ginnasio tedesco di Trieste dal 1876 al 1904 e uno dei primi studiosi di archeologia, attivo nelle grotte del Carso tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del novecento. Il ritrovamento al Museo Civico di Storia Naturale di Trieste dei suoi diari manoscritti, dimenticati e poi riscoperti nel 1999, è l’inizio di un viaggio a ritroso nel tempo per conoscere il suo lavoro e le sue scoperte ma, soprattutto, per riscoprire l’uomo, l’appassionato ricercatore che passerà più di 30 anni ad indagare le grotte del Carso e, in particolare, la sua amata Rothgartl-Höhle, la Grotta del Pettirosso, che tante soddisfazioni e tanti dispiaceri gli ha procurato.
Sabato 30 novembre
ore 19.00
La valle dei graffiti. Una pinacoteca preistorica nel deserto nubiano
di Angelo e Alfredo Castiglioni
Italia, 2008, 47′
Produzione: Ce.R.D.O. – Centro Ricerche sul Deserto Orientale
Il documentario racconta il salvataggio, effettuato in collaborazione con il British Museum, di numerosi massi recanti importanti graffiti preistorici destinati a scomparire sotto l’acqua della diga di Merowe in Sudan. La successiva missione nel deserto effettuata dai fratelli Castiglioni ha permesso di scoprire sorprendenti pagine di pietra lasciate da uomini vissuti migliaia di anni fa in un territorio allora verdeggiante.
Fabrizio Mori, un ricordo
di Lucio Rosa
Italia, 2010, 14′
Produzione: Studio Film TV
Il professor Fabrizio Mori, paletnologo, ha diretto fino al 1996, le missioni di ricerca preistorica nel Sahara libico dell’Università “La Sapienza” di Roma. In un arco di tempo che va dai 15000 ai 5000 anni da oggi, la regione del Sahara, pure nell’alternarsi di fasi climatiche violente, vide fiorire civiltà elevatissime, che dettero vita a trasformazioni culturali di decisiva importanza per la nostra specie. Nel corso delle sue ricerche, il professor Mori ha documento e studiato una gran parte di siti di arte rupestre del Tadrart Acacus. Attraverso lo studio delle pitture ha avanzato ipotesi, molte delle quali valide ancora oggi, di scansione cronologica delle opere che possono risalire fino a 9000 anni fa. Nel mese di luglio 2010 ha lasciato questo mondo per percorrere altri sentieri.
Il “ragazzo” con la Nikon. Libia – Antiche architetture berbere: gli antichi villaggi, le antiche dimore, gli antichi magazzini fortificati
di Lucio Rosa
Italia, 2019, 31′
Produzione: Studio Film TV
Le antiche oasi che Imazighen “uomini liberi”, i berberi di Libia “vestirono” di una splendida architettura, oggi sono quasi tutte abbandonate e cadute nel degrado. È un mondo che sta scomparendo non essendoci più grande interesse per il recupero e per la conservazione della memoria e della storia. Inoltriamoci in questi luoghi, percorriamo queste strade, visitiamo quanto di prezioso rimane di un tempo antico: le architetture sublimi di antiche sontuose dimore, le elaborate architetture con cui si innalzavano magazzini fortificati, i villaggi che accoglievano i mercanti, che con le loro carovane, portavano i prodotti dell’Africa nera verso i porti del Mediterraneo.
Sabato 30 novembre
ore 20.30
Presentazione e commento al film del regista Davide Gambino
Céide Fields
di Davide Gambino
con la collaborazione di Gabriele Gismondi
Italia, 2018, 48′
Inglese, sottotitoli Italiano
Produzione: Fondazione Benetton Studi Ricerche
Céide Fields è un luogo che racconta delle origini del paesaggio coltivato e di un passato remoto che si è a lungo negato allo sguardo. Indossando una lente narrativa è possibile osservare questa apparente invisibilità dietro cui si cela un complesso crocevia tra archeologia, agricoltura e allevamento, tra pratiche didattiche e necessario sviluppo turistico, tra pressanti questioni ambientali, climatiche ed energetiche. Ai confini del continente europeo, nel nord-ovest dell’Irlanda (Contea di Mayo), sull’orlo di vertiginose falesie, tra luoghi umidi e animali da allevamento, incontriamo i custodi di questo paesaggio che si interrogano sulle comunità del Neolitico e che guardano verso un incessante scambio trans-generazionale, tra memoria e vita rurale, di passato e di futuro. Attraverso i loro volti, le loro storie e le loro avventure, i Céide Fields riemergono dalle paludi e dai millenari strati di torba rivelandosi in tutta la loro straordinaria complessità e bellezza. Film è realizzato nell’ambito delle attività del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino 2018.
L’ultima cena di Ötzi
di Lucio Rosa, Peter Lorenzi
Italia, 2012, 16′
Produzione: Studio Film TV e TSI Televisione Svizzera Italiana
L’uomo venuto dal ghiaccio, un enigma archeologico. Il 19 settembre 1991 si rinvennero nelle alpi dell’Ötztal, tra le nevi del Giovo di Tisa e l’Hauslabjoch, i resti di un essere umano di sesso maschile. Nulla al momento faceva presagire che la “mummia” di 5300 anni fa restituita dal ghiaccio potesse avere un così grande valore archeologico come in seguito venne accertato.
Iceman – The Legend of Ötzi / Ötzi – L’ultimo cacciatore
di Felix Randau
Germania/Italia/Austria, 2017, 97′
Più di 5300 anni fa, nelle alpi di Ötztal, un clan neolitico è guidato dal capo Kelab. Un giorno, mentre il capo è a caccia, il clan viene attaccato e il solo a sopravvivere è un neonato. In preda al dolore e alla rabbia, Kelab medita di vendicarsi, ma la ricerca degli assassini è molto difficile e un suo errore lo trasformerà in breve in preda.
Domenica 1 dicembre
ore 17.00
Ercole Contu e la scoperta della Tomba dei Vasi tetrapodi
di Andrea Fenu
Italia, 2017, 19′
Produzione: Associazione Culturale Archeofoto Sardegna
L’archeologo Ercole Contu, scomparso recentemente, fu colui che nel 1959 fece l’eccezionale scoperta di una Domus de Janas nella collina di Santu Pedru ad Alghero: la Tomba dei Vasi Tetrapodi. Questa si rivelò non solo come uno degli ipogei sardi più belli, ma essendo fino ad allora sigillata, restituì ben 447 reperti in coerente successione stratigrafica, dal Neolitico all’inizio dell’Età del Bronzo. Tra questi anche i grandi vasi con quattro piedi che diedero il nome alla tomba. A sessant’anni dalla scoperta, l’ultra novantenne archeologo è ritornato prima di morire nel sito per raccontarci la sua straordinaria avventura: un racconto ricco di storia e di emozioni.
Tosina di Monzambano. Una comunità neolitica di agricoltori, allevatori e artigiani tra V e IV millennio a.C.
di Mario Pavioli
Italia, 2017, 25′
Produzione: Zefirofilm
Tosina di Monzambano è uno straordinario insediamento neolitico dell’Anfiteatro morenico del Garda. La sua fondazione, tra V e primi secoli del IV millennio a.C., ha impresso un’impronta ancor oggi percepibile nel paesaggio: l’impianto antico si sviluppa su un basso rilievo collinare di forma circolare, all’epoca circondato da paludi. Le attività del villaggio (lavorazione della selce dei Lessini veronesi, l’agricoltura, la caccia l’allevamento) e gli aspetti culturali riferibili alle culture neolitiche di Chassey-Lagozza e dei Vasi a Bocca Quadrata, collocano il sito nella più ampia dimensione dei circuiti padani e veneti.
Presentazione e commento ai film del regista Mario Pavioli
Carpentieri e falegnami nell’età del bronzo
di Mario Pavioli
Italia, 2015, 25′
Produzione: Zefirofilm
Sulla base di quanto rinvenuto e documentato nel corso degli scavi condotti sulla palafitta di Bande di Cavriana e nell’abitato perilacustre di Castellaro Lagusello, siti recentemente inseriti nel patrimonio mondiale Unesco, questo documentario si propone di illustrare le fasi essenziali del lavoro, le tecniche costruttive e la fedele ricostruzione di alcuni elementi delle strutture abitative di una popolazione – appartenente alla Cultura di Polada – diffusa in Italia settentrionale – migliaia di anni fa. Premio Paolo Orsi al Festival Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto 2015.
Tanna
di Martin Butler, Bentley Dean
Australia/Vanuatu, 2015, 104′
Produzione: Contact Films
Distribuzione: Tycoon Distribution
Il tema principale è il tragico amore tra due giovani melanesiani, impedito a causa di una “ragion di stato” che prevede un matrimonio combinato per porre fine all’inimicizia di due tribù rivali. Ambientato nel villaggio di Yakel nel isola di Tanna nel Pacifico meridionale, il film racconta la storia di due giovani innamorati che decidono di stare insieme nonostante le rispettive famiglie non approvino la loro unione. Sembra uno spunto classico alla “Romeo & Giulietta” e gli usi e i costumi della tribù almeno inizialmente ti farebbero collocare la vicenda in epoche passate. In realtà quella che i due registi hanno deciso di raccontare è una storia ripresa dalla cronaca relativamente recente, visto che è avvenuta nel 1987.
Laboratori
DOMENICA 24 NOVEMBRE
10.00—12.00
Laboratori di archeologia: Scopriamo le nostre
origini con le collezioni del Museo
per bambini dai 5 agli 8 anni
17.00—19.00
Laboratori di archeologia: Scopriamo le nostre
origini con le collezioni del Museo
per i ragazzi dai 9 ai 13 anni
I laboratori sono gratuiti
Si consiglia la prenotazione al 3477393118
DOMENICA 1 DICEMBRE
10.00—12.00
Laboratori di archeologia: Scopriamo le nostre
origini con le collezioni del Museo
per bambini dai 5 agli 8 anni
17.00—19.00
Laboratori di archeologia: Scopriamo le nostre
origini con le collezioni del Museo
per i ragazzi dai 9 ai 13 anni